Scuderia Autieri d'Italia


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Gli Autieri

AUTIERI DI IERI E DI OGGI

Autieri sono chiamati i militari dell'Esercito Italiano appartenenti all'Arma dei Trasporti e Materiali. In passato gli Autieri erano inquadrati nel Corpo Automobilistico e dal dopoguerra nel Servizio Automobilistico.
La scheda riportata qui sotto è tratta da una pubblicazione dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito e riepiloga le denominazioni e la genealogia dei reparti operativi degli Autieri.



Documenti utili:

* ALBO D'ONORE DELLA MOTORIZZAZIONE (elenco degli Autieri Decorati di onorificenze al Valor Militare dagli albori al 1945)
*
UNIFORMI DEGLI AUTIERI (II GM)

IERI




La convenienza dell'autolocomozione stradale, a scopi militari, nacque dalla necessità di utilizzare anche le strade ordinarie oltre alla ferrovia per il trasporto di grossi pesi non divisibili, in particolare artiglierie di grosso calibro.

Nel periodo 1873-1883 furono acquistate dal Ministero della Guerra delle locomotive stradali in Inghilterra e non appena fu disponibile la produzione nazionale della ditta Allemano di Torino anche da questa. Questi "treni stradali" superavano i limiti di peso imposti dal
traino con animali, ma l'eccessivo peso, la lentezza, l'ingombro ne limitavano di molto l'impiego.

Venivano intanto sviluppati i motori a benzina e nel 1898 si svolse la prima corsa automobilistica internazionale italiana, TORINO- ALESSANDRIA-TORINO.

Nel 1899 giunse in Italia il primo autocarro a vapore della ditta francese De Dion-Bouton di Parigi, consegnato alla brigata ferrovieri del genio che ottenne risultati favorevoli su terreni pianeggianti e poco soddisfacenti in quelli montani. Al problema si cercò soluzione mediante un secondo autocarro della stessa ditta modificato nel motore ed altre caratteristiche per adattarlo alla montagna.


Nel 1902 fu acquistata la prima automobile dal Ministero della Guerra: una FIAT 1902, con motore a benzina da 12 HP.

Nelle grandi manovre del 1903 le automobili a benzina, che allora venivano definite "gli automobili", dimostrarono quanto potevano essere utili per le esigenze di trasporto personale dei comandi e in quelle del 1905 furono i primi autocarri a benzina a dimostrare la loro superiorità su quelli a vapore.

Nasceva nel 1906 la "sezione automobilistica", amministrata dal distaccamento del genio ferrovieri in Roma e nel 1910 si trasformò in "battaglione automobilisti del genio". All'epoca era previsto che i distretti inviassero a tale ente le reclute che avevano precedenti come conduttori di automobili o come operai presso fabbriche automobilistiche. Queste reclute venivano addestrate inviandole in un primo tempo presso le industrie per la parte meccanica e poi al reparto per la condotta dell'automezzo. Nel 1908 fu anche riconosciuto con legge dello Stato il "corpo nazionale volontari ciclisti ed automobilisti". Era una organizzazione civile sottoposta alla tutela ed alla vigilanza del Ministero della Guerra. In tempo di pace provvedeva ad addestrare il personale, in guerra (su chiamata del Ministero) concorreva alle operazioni. Nel 1910 fu fatta dal Ministero della Guerra, la prima grande provvista di autocarri.

L'organizzazione che ruotava intorno all'uso militare dell'autocarro continuava intanto ad affinarsi: il criterio di fondo che fu usato era di distinguere i servizi in periodici ed aperiodici. I primi riguardavano quelle esigenze fisse, la "routine", che potevano essere soddisfatte con un numero fisso di macchine (trasporto viveri ordinari, carne macellata, servizio malati); il secondo per le esigenze che richiedevano maggiore elasticità di organizzazione (rifornimento munizioni, sgombero feriti dopo i combattimenti, ecc.) fu risolto assegnando a ciascuna armata un gruppo di autocarri da usare in maniera autonoma per il servizio del momento.

Con la pubblicazione n 111 - servizio di guerra - del 1912 (Ministri Giolitti - Spingardi) l'automobilismo entra nei documenti di mobilitazione. Per i comandi era già stato calcolato di poter far fronte a tutte le esigenze di trasporto del personale ricorrendo alla requisizione delle autovetture dei privati ed al "corpo nazionale volontari ciclisti ed automobilisti". Per il trasporto dei materiali restava la normale mobilitazione con il "carreggio a traino animale", mentre solo alcune armate speciali avrebbero avuto il "carreggio a traino meccanico".

L'organizzazione prevedeva:

* un "reparto traini meccanici" a livello centrale responsabile di coordinare il servizio automobilistico in generale;
* un "reparto traini meccanici" per ciascuna armata che impartiva le direttive per gli autotrasporti di armata;
* un "parco automobilistico d'armata" per ciascuna armata speciale che era l'organo esecutivo.

Il "parco automobilistico d'armata" si doveva occupare di effettuare tutti i trasporti per l'armata e di mantenere e provvedere alla manutenzione di tutte le macchine. Per effettuare i trasporti disponeva di un "autoreparto" per ciascun corpo d'armata e divisione di cavalleria costituente l'armata. Ciascun Autoreparto del corpo d'armata era poi calibrato alle dimensione dello stesso poichè veniva costituito da due "autosezioni ordinarie" (11 autocarri ognuna) per ogni divisione di fanteria e le truppe suppletive. Quelli delle divisioni di cavalleria erano invece fissi: n 3 "autosezioni leggere". A queste capacità di trasporto si aggiungevano degli autocarri e delle autoambulanze assegnati direttamente alle singole divisioni e gli "autodrappelli" dei comandi delle Grandi Unità. Per la manutenzione ed il rifornimento di tutte queste macchine il parco automobilistico funzionava da magazzino avanzato ed utilizzava un laboratorio ed un deposito. Il rifornimento dal Paese era garantito dal "deposito centrale di materiale automobilistico" a Torino responsabile anche delle grandi riparazioni. Le macchine necessarie furono calcolate in 2000 autoveicoli e 1500 moto, in parte già acquistate o da acquistare, le restanti da requisire. I tempi del passaggio dal traino animale a quello meccanico in ciascuna armata dovevano essere dettati dall'introduzione della nuova artiglieria da 75/906 per cui era stato previsto il rifornimento munizioni a mezzo di autocarri. Sennonchè nel febbraio del 1912 fu calcolata in circa 25.000 quadrupedi l'esigenza del "treno di artiglieria" e, vista la grande deficienza, i vertici dell'esercito decisero di colmare tutta l'esigenza col servizio automobilistico entro il 1913.

Dal 1910 esisteva un battaglione automobilisti presso il 6 reggimento genio. Le due compagnie automobilisti che lo costituivano risultarono presto insufficienti per fornire il gettito di personale che sarebbe stato necessario per creare il servizio previsto per tutto l'esercito mobilitato: n 4 parchi automobilistici per altrettante armate. Il comando del Corpo di Stato Maggiore propose diverse soluzioni al Ministero della Guerra per trovare le quattro unità che con la mobilitazione davano origine ai suddetti 4 parchi: aumentare a sei o almeno a quattro le compagnie del battaglione automobilistico; rendere sdoppiabili le due compagnie esistenti. Furono tutte rigettate mentre invece si scelse di trasformare sei delle quaranta "compagnie del treno di artiglieria" in altrettante compagnie automobilisti. Tale scelta era motivata dal ministero con l'intenzione di non distogliere risorse umane dalle varie armi e dal fatto che la trazione meccanica proprio alle esigenze dell'artiglieria era destinata prima di tutto.

Nacque così la seguente organizzazione:

* 1a compagnia automobilisti con sede a Torino formata dal 6 reggimento artiglieria;
* 2a compagnia automobilisti con sede a Monza formata dal reggimento artiglieria a cavallo;
* 3a compagnia automobilisti con sede a Bologna formata dal 3 reggimento artiglieria da campagna;
* 4a compagnia automobilisti con sede a Piacenza formata dal 4 reggimento artiglieria da campagna ;
* 5a compagnia automobilisti con sede a Roma formata dal 13 reggimento artiglieria da campagna;
* 6a compagnia automobilisti con sede a Mantova formata dal reggimento artiglieria a cavallo.

Furono sei in quanto quattro erano destinate alla mobilitazione dei quattro parchi per le quattro armate, a un parco per il corpo di cavalleria e un parco per le truppe a disposizione del Comando Supremo. Erano incaricate di mobilitare i singoli servizi trasporti, istruire il personale di truppa, conservare le dotazioni di materiali. Restava al battaglione automobilisti l'istruzione di ufficiali e capimeccanici. Ciascuna compagnia ebbe all'inizio solo pochi elementi scelti delle vecchie compagnie treno, 20 militari (10 conduttori e 10 meccanici) ceduti dal battaglione automobilisti, ed altrettanti forniti dalle varie armi tratti dalle reclute dell'ultima classe. La costituzione delle sei compagnie iniziò il 1 ottobre 1912 e fu completata il 15 novembre dello stesso anno.

Ciascuna era costituita da:

* 3 ufficiali;
* 10 conduttori;
* 10 meccanici;
* 10 graduati e truppa classe 1891;
* 35 reclute del 1892.

Naturalmente avevano un autocarro ciascuna per effettuare l'istruzione della truppa.

Le possibilità di queste compagnie non erano ancora appieno valutate nel 1914: le compagnie automobilisti venivano considerate come mera necessità, un ripiego, rispetto al traino animale dovuto alla mancanza di quadrupedi e foraggio nel paese. Nessuna parola sulle possibilità tattiche e strategiche che di lì a poco il traino meccanico dimostrerà sul campo di possedere, bensì viene ritenuto importante sottolineare che in Sicilia il carreggio era sostituito dalle "carrette siciliane".


OGGI


L'Arma dei Trasporti e Materiali riunisce gli Autieri di oggi ha il suo vertice nella figura del Vice Comandante Logistico dell'Esercito nella veste di Capo Dipartimento Trasporti e Materiali.
L'Autiere di oggi ha un campo d'azione diverso da quello delle origini, le attività legate alla condotta e manutenzione degli automezzi sono solo una parte dei compiti che l'Esercito Italiano affida alle unità dell'Arma, si va dal rifornimento logistico a tutto tondo al trasporto intermodale alla gestione degli scali marittimi ed aerei in patria ed oltremare. Per questi compiti la Forza Armata si avvale di unità specializzate inserite permanentemente nel Comando delle Forze Operative Terrestri in una specifica Brigata (la Brigata logistica di proiezione): si tratta di strutture che storicamente discendono per la maggior parte dei casi dai Centri Automobilistici e dai reggimenti autieri della II GM: i quattro reggimenti trasporti (1°, 6°, 8° e 10°) ed i quattro reggimenti di manovra (1°, 6°, 8° e 24°) e l'unico battaglione logistico di Brigata tuttora operativo (BL Ariete).
Per le attività di mantenimento dei mezzi dell'Aviazione dell'Esercito i reggimenti di sostegno materiali AE che seppure posti alle dipendenze del Comando Logistico dell'Esercito garantiscono una elevata capacità di proiezione delle loro strutture anche nei Teatri Operativi.
Sono inoltre unità degli Autieri i Cerimant (rifornimenti e mantenimento) i Parchi materiali e le unità trasporti alle dirette dipendenze del vertice di Forza Armata e Interforze.

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